Album: kishibojin (2011)
Testo&musica: Matatabi
Lyrics Samayoi Dokoka de koe ga nejireru dareka no nageki wo tsugeru kaze ga koko ni wa tsukanu to. Uramiru kusari wa taenu tsuranaru hikai wo utau kaze ga soko ni fukikau to. Kane wa izure naru. Semete kui no nagi motomete mo no kuraki anoto ni madou. Saraba hikari tozasu rubou no hate ni kokoro samayou dake. Omoi ga kusarihajimeru. Yodonda kibou de katamu kabe ga sosori habakaru to. Kane wa kizu ni tou. Kasa to naru yori kasegu hi ni sakaru kokoro yobikakeru. Semete kui no nagi motomete honoguraki inochi ni madou. Saraba hikari tozasu rubou no hate ni kokoro samayou dake. Mayou nakare. Kaeranu zanmetsu no michi wo sugiyuku naki kano tama ni tamuku. Semete tsui no toki wo koete kono kuraki onore wo toshite. Saraba hikari tozasu rubou no hate ni hitori samayou made. | Traduzione Errante Lì da qualche parte, una voce s'increspa; quel vento, che trasporta il lamento di qualcuno, non arriverà mai qui. Catene maligne, strette saldamente; un vento che richiama i fili delle tenebre si agita laggiù. La decisione si consumerà col tempo. Cerco, almeno, una tregua dai rimpianti, nella confusione del cammino oscuro del lutto. Addio, fermerò la luce; terminato il mio vagabondare, soltanto il mio cuore è errante. I ricordi cominciano a marcire. Un muro indurito dalla stagnante calunnia mi sovrasta. Affido la decisione alle mie ferite. Voglio diventare forza sostenitrice, e non una catena: questo è il volere del mio cuore fugace. Cerco, almeno, una tregua dai rimpianti, un modo per espiare la mia vita oscura. Addio, fermerò la luce; terminato il mio vagabondare, soltanto il mio cuore è errante. Non smarrirti. Attraversando la strada a senso unico della perdizione, rendo omaggio a quell'anima perduta. Supero, almeno, quel momento di smarrimento, è in gioco la mia oscura esistenza. Addio, fermerò la luce; terminato il mio vagabondare, in solitudine, sarò errante. |
NOTE: il tema del testo, così come quello dell'intero album, si riferisce ad una delle tante leggende giapponesi: Kishimojin, un demone femminile, madre di molte figlie che venivano nutrite con altri bambini. Il suo pentimento l'ha resa divinità protettrice dei bambini e delle donne che desiderano averne. (La leggenda corrisponde anche a quella della divinità Hariti)
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